Recensione dello spettacolo “Casa di Bambola“, in scena al Teatro Vascello dal 29 gennaio al 5 febbraio 2017.
A cura di Maria Pia Ascione.
In una scenografia che sembra lo sviluppo di una stanza in prospettiva, caratterizzata da un lato curvo che ricorda la pancia della balena di pinocchio, in un clima misto tra onirico e favola, sin dalle prime battute si intuisce che Nora recita la parte di bimba /bambola che ” sembra” felice nella sua gabbia familiare.
In realtà è ben consapevole di essere stata trattata, prima del padre, e poi dal marito Torvald, alla stregua di un grazioso animale domestico. Anzi proprio quest’ultimo con sottili ed impalpabili, ma non per questo meno gravi, violenze psicologiche, la spinge ad adottare comportamenti inetti ed infantili dietro cui si cela una voglia irrefrenabile di ribellione.
I colpi di scena non mancano e non risparmiano nessuno dei protagonisti : il fedele amico dr Rank, l’ ambiguo avvocato Krogstad, l’ amica d’infanzia signora Line e la balia Anne Marie.
Il testo, riadattato in chiave moderna, conserva la drammaticità e la contemporaneità di un opera che già dal suo esordio nel 1879 fu accusata di femminismo estremo.
Gli attori della associazione teatrale pistoiese, con la strepitosa Valentina Sperli, magistralmente guidati dalla regia di Roberto Valerio, che interpreta anche un superbo Torvald, portano in scena l’opera in un unico atto, senza interruzione, catturando l’attenzione del pubblico dall’inizio alla fine e regalando emozioni e spunti di riflessione molto intensi. Più che meritati i dieci minuti di applausi scroscianti ed ininterroti.