Dal 1 al 13 Ottobre 2013 gli spettacoli del
Roma Fringe Festival
in scena in autunno…
E’ da poco finita la seconda edizione del Roma Fringe Festival e gli spettacoli in scena durante il festival ricominciano a girare la penisola, offrendo agli appassionati di teatro – e non solo – un’occasione per scoprire proposte di qualità.
Off, completamente indipendenti e di qualità.
Dopo “Padroni delle nostre vite” – Premio del Pubblico Roma Fringe Festival 2013 – in scena a Berlino e Amburgo, “Horse Head” di Cattive Compagnie – Miglior Spettacolo Roma Fringe Festival 2012 – a New York, “White Room” di Caterina Gramaglia – Special Off Fringe 2013 – e “Libera Uscita” – Premio Spirito Fringe 2013 – in scena a Torino…questa settimana è la volta di Caroline Pagani e la sua “Hamletelia” – Miglior Attrice Roma Fringe Festival 2013 -, un assaggio di “Io mai niente con nessuno avevo fatto” di Vucciria Teatro – Miglior Spettacolo, Miglior Drammaturgia e Miglior Attore 2013 -, “Incepe” di Amaranta Orma Flues e “#Tessuto” di Cascina Barà (entrambi semifinalisti Roma Fringe Festival 2013) e “Schizzata” di Leonardo Jattarelli.
Dopo esser stati selezionati per le finali del Roma Fringe Festival 2013 ed aver presentato con soddisfazione lo spettacolo in Brasile, con 5 date nello Stato di San Paolo, Cascina Barà è stata invitata a prendere parte al Progetto “I FOLLI” del Dipartimento di Storia dell’Arte e Spettacolo. Il progetto ha lo scopo di intersecare linguaggi diversi, quali musica, teatro e videoarte ed approfondire il concetto di “Follia” che spinge l’essere umano all’isolamento, conoscere quali siamo i diversi punti di vista teorici e scientifici che svelano i meccanismi che si innescano nella mente e nella società, che spingono un soggetto sano ad intraprendere percorsi riabilitativi in dipartimenti di igiene mentale. Spesso persone prive di disturbi psichici, a causa di una vita particolarmente difficile e traumatica divengono disadattati e perdono la capacità di comunicare ed instaurare rapporti con il mondo esterno.
E’ il caso di Mia, protagonista dello spettacolo #Tessuto. Teresinha è un’immigrata che lavorava in Italia come sarta, scomparsa misteriosamente. Fin da piccola collezionava parole, stava costruendo un diario-patchwork. Mia, sua figlia, ha affrontato un luongo viaggio per cercarla. Un viaggio in cui si è persa ed ha scoperto se stessa, ma ancora non conosce a fondo le sue origini, ha bisogno di costriure un nesso fra la persona che è ed il suo passato. Leggendo il diario conosce più a fondo la storia di questa donna che non ha mai potuto occuparsi di lei: la durezza della sua vita, la fuga, la violenza, la miseria. La sarta operaia è sempre vissuta in clandestinità, incastrata in un mondo sospeso, che non si trova né nella sua patria d’origine né in quella che la accoglie per lavoro. Il patchwork è incompleto e Mia decide di finirlo, ma si punge con un ago e inizia a dissanguarsi, prova a fermare l’emorragia ma non ci riesce come per un lento, malvagio incantesimo. Le manca una parola, le manca uno scopo, le manca sua madre. Dovrà prendere delle decisioni…
Immagini e visioni di una ragazza in cerca di sua madre in un paese straniero compongono uno spettacolo basato sull’interazione fra recitazione, disegno dal vivo e musica live. Le immagini proiettate che compongono la scenografia vengono guidate ed animate da un artista dal vivo attraverso una tavoletta grafica, spaziando dal semplice segno fino a raggiungere un certo grado di complessità. Contemporaneamente il musicista interagisce attraverso brani preregistrati ed interventi acustici dal vivo di basso e chitarra. La protagonista racconta la storia sua e di sua madre, legge il diario sul tessuto, ricorda, crea immagini e cantilene mentre la scena si trasforma sotto gli occhi dello spettatore e segna il mondo interiore del personaggio.
Un tipo di teatro sociale e visivo che indaga due ordini di conflitti contemporanei: l’esclusione dello straniero che trova la sua deriva nell’annientamento dell’individualità, e l’impossibilità di comprendere in pieno il punto di vista dell’altro all’interno di un rapporto intergenerazionale, in specifico quello tra madre e figlia.
Questo esperimento è frutto dell’incontro di persone dedite ad attività artistiche diverse e con background differenti, che hanno lavorato alla sua realizzazione come trovandosi in uno spazio pubblico astratto, poroso, privo di confini e di restrizioni categoriche. Un lavoro lungo, fatto di presenze e distanze, ha dato vita ad uno sconfinamento, laddove possibile, l’uno nel campo dell’altro per dare maggior forza e fluidità al risultato.
Martedì 1 Ottobre 2013 Cascina Barà si metterà a disposizione degli studenti per mostrare in che modo è nato lo spettacolo sia dal punto di vista tecnico che drammaturgico e realizzerà una replica dello stesso.
Appuntamento al Nuovo Cinema Palazzo alle ore 9,00.
Lo spettacolo partecipante al Roma Fringe Festival® 2013 sarà in scena di nuovo a Roma dal 3 al 6 ottobre al Teatro Belli di Roma.
“Schizzata” nasce dall’urgenza di fissare la rabbia tragica e il destino sfregiato di una donna che è stata vittima di violenza. Chiara è una giovane che vive nelle moderne borgate romane cementate da appaltatori senza scrupoli, dove il giro di prostituzione e di droga è all’ordine del giorno. Lei diventa una «senza fissa dimora» dopo aver conosciuto Marco, l’uomo che le violenterà corpo e anima in un viaggio a Dubasari, in Moldavia, il viaggio dell’orrore durante il quale Chiara verrà stuprata da lui e dai suoi «compari» e indotta alla prostituzione.
Ma prima del viaggio, Chiara rimane incinta, dopo una notte di sesso e passione con Marco. Quel bambino mai nato, abortito suo malgrado, se lo porta dentro come un’ombra. Chiara si era abbandonata al sentimento e il sentimento l’ha bruciata. Nello spettacolo la incontriamo su una spiaggia, di ritorno da quel macabro viaggio, quando racconterà l’omicidio del suo aguzzino e giurerà di essere una killer. Ma una killer di se stessa, sfinita, defraudata del suo bambino, disperata e senza futuro.
Nello spettacolo, la lotta disperata di Chiara, il suo lamento, la sua voglia di riscatto e il suo abbandono finale sono accompagnati dagli splendidi pezzi musicali di Francesco Curia, in arte Saga, rapper romano molto conosciuto anche all’estero, che ha al suo attivo tre cd e collaborazioni con i più famosi esponenti dell’hip hop non solo romano.
Sarà in scena al Teatro dei Conciatori dall’8 al 13 ottobre lo spettacolo HAMLETELIA, una riscrittura dall’Amleto di William Shakespeare, scritto, diretto ed interpretato da Caroline Pagani; Premio Migliore Attrice al Roma Fringe Festival 2013.
Plenilunio. In un cimitero, un’ombra intona un canto nella notte. È Ofelia che risorge. Il suo spirito ha ancora qualcosa da dire. In vita troppi l’hanno zittita, a cominciare da Amleto, tutte le parole strozzate ora la torturano nella tomba, Dopo le sue rivelazioni molti segreti di Elsinore potrebbero non essere più tali, a cominciare dal suo stesso suicidio. Questa volta è lei, Ofelia, il centro del plot, l’ombra giovanile e archetipica di ognuno di noi, il personaggio amletico che sbobina la propria coscienza davanti al pubblico. È Hamletelia. Attraverso questo personaggio poliedrico Caroline Pagani ripercorre in controcampo l’intrigo di Amleto, e compie un omaggio alla poetica shakespereana intrisa di ironia, erotismo, incanto linguistico e sonoro, un mondo dove si mescolano terra e cielo, divinità e follia, sacro e profano. Ofelia agisce, canta, balla, riallaccia il dialogo interrotto con Amleto, con Gertrude, con la vita. Cerca di rispondere alle domande che la assillano, di colmare gli spazi bianchi del capolavoro shakespeariano: Perché Amleto le urlò di andare in convento? Perché Gertrude, che l’ha vista nel fiume, non l’ha salvata? Perché un capricco dell’ispirazione le ha impedito di essere una donna coraggiosa come Giulietta, ardita come Lady Macbeth, sensuale come Cleopatra? Perché le è toccato in sorte questo sciagurato karma? Perché, William, perché? Una vicenda tragicomica d’ amore e morte, un omaggio alla storia delle rappresentazioni di Amleto, in teatro, cinema e pittura.
Premi:
Premio Migliore Attrice Roma Fringe Festival 2013
Spettacolo vincitore dell’Internationales Regie Festival Lipsia 2009
Premio Fersen alla Drammaturgia 2013
Miglior spettacolo, miglior regia, miglior attrice, premio del pubblico, Festival Corte della Formica, Napoli 2010
Premio SinestesiaTeatro, miglior spettacolo, miglior regia, Roma, 2010
Segnalazione miglior attrice Festival Teatri Riflessi, Catania 2011
Premio Martucci miglior attrice, Bari 2012
TEATRO DEI CONCIATORI – Via dei conciatori, 5 – 00154 ROMA
Tel. 06.45448982 – 06.45470031 – info@teatrodeiconciatori.it
Direzione Artistica: Antonio Serrano – Gianna Paola Scaffidi
Attori e attrici, registi, sceneggiatori e drammaturghi, costumisti e fotografi. È questo il cuore pulsante del collettivo artistico DRAO, che si presenta per la prima volta davanti al pubblico.
Sarà il Circolo degli Artisti (Via Casilina Vecchia, 42) la cornice per il debutto, in programma il 9 ottobre 2013 alle 21:00, e accompagnato dalla mostra dei fotografi finalisti del Premio Hystrio – Occhi di Scena 2013, per la prima volta in esposizione a Roma, e da una performance teatrale tratta dallo spettacolo “Io, mai niente con nessuno avevo fatto”, vincitore del Roma Fringe Festival 2013, premio Miglior Spettacolo alla compagnia Vuccirìa Teatro, Miglior Drammaturgia a Joele Anastasi e Migliore Attore a Enrico Sortino.
DRAO è un collettivo artistico che unisce in un progetto comune diverse figure professionali. Nato nel 2013 a Roma dall’incontro di Alessandro Lui, Elia Bei e Nicole Calligaris e dal loro desiderio di condividere con altri il proprio percorso, Drao ha lo scopo di produrre, promuovere e distribuire opere di discipline artistiche differenti.
Il focus di Drao risiede nella collaborazione e nell’intensità dello scambio tra le varie anime professionali e artistiche che compongono il gruppo.
Dall’osmosi con queste differenti realtà nascono alcune delle collaborazioni più stimolanti che Drao ha sviluppato, come quella con Vuccirìa Teatro e Fuoco Sacro, compagnie dirette da membri del collettivo.
Ogni idea, ogni progetto, ogni decisione, parte da una riflessione condivisa, figlia del forte legame creativo che lega tra loro i componenti. Nella cornice di questa ricerca comune, ogni membro gode di una totale libertà di espressione e della più completa autonomia decisionale per i propri progetti esterni al collettivo.
Il collettivo non è, semplicemente, una collettività. Ma un gruppo di personalità che lavorano insieme per un obiettivo artistico comune.
“începe”: rumeno per “inizio”, “partenza”.
Questo monologo (testo inedito di Emiliano Loria) parla di tutte quelle persone che, fin dalla prima metà degli anni ’80, hanno attraversato il Mediterraneo, su imbarcazioni più o meno improvvisate,per giungere in Italia.
Parla di quelle persone che hanno investito tutto ciò che avevano nel viaggio della loro vita per un futuro migliore mosse dalla speranza alimentata da visioni posticce che passavano in televisione.
“începe” narra l’esperienza di una donna che su un barcone tenta la traversata.
Smarrita nel Mediterraneo e poi ripescata, la ragazza vive il naufragio come un tempo immenso di cui non può più tenere il conto.
In questo tempo compaiono sparpagliati ricordi e domande.
“”E compare Dio: quel Dio al quale ora la ragazza parla realmente forse per la prima volta.
Prega per avere un compagno, un ascoltatore sempre presente. Il dialogo di începe con Dio, in un italiano reinventato dalla fantasia della ragazza, apparentemente insensato, grottesco, infantile, le fa ritrovare la speranza di un approdo, e una fede del tutto originale.
dal 10 al 13 ottobre 2013
GIO-SAB ORE 21; DOM ORE 18
INGRESSO 10€
TESSERA ASSOCIATIVA GRATUITA
Info e prenotazioni: -3494356219- 3283546847-
lacattivastrada@gmail.com
www.lacattivastrada.com
TEATRO STUDIO UNO
Via Carlo della Rocca, 6
Stay Tuned…